Il mercato immobiliare italiano sembra attraversare una fase difficile, con una serie di nuove sfide da affrontare per il settore residenziale e per quello locativo. Secondo il 1° rapporto del 2023 dell’Osservatorio sul mercato immobiliare di Nomisma, dopo il boom post pandemico, il mercato si trova ora ad affrontare un quadro tutt’altro che favorevole.
Una delle principali sfide riguarda l’accesso al credito sempre più selettivo. Le banche sono diventate più prudenti nella concessione di finanziamenti, non tanto per l’accresciuta onerosità del finanziamento, ma per la mutata percezione sulla solvibilità futura di molti dei potenziali mutuatari. Ciò ha portato ad un sensibile calo delle intenzioni di acquisto delle abitazioni e delle richieste di finanziamento dopo il boom del biennio 2021-2022. La strozzatura del canale creditizio riduce inevitabilmente l’afflusso di domanda al mercato, determinando una flessione dell’attività transattiva stimabile nell’ordine del 14.6% su base annua.
Inoltre, sul fronte locativo, si osserva una pressione rialzista sui canoni di entità maggiore alla dinamica dei prezzi. Ciò mal si concilia con le capacità di spesa della componente economicamente più fragile.
Nonostante ciò, alcune città intermedie mostrano ancora un’intonazione positiva sui prezzi delle abitazioni usate, mentre le realtà di maggiori dimensioni potrebbero mostrare eventuali segnali recessivi.
Difficoltà per le unità immobiliari per le attività di impresa, ma il settore corporate tiene botta
Secondo il rapporto Nomisma, infatti, le imprese italiane stanno attraversando una fase di grande difficoltà, infatti la situazione delle unità immobiliari per le attività di impresa continua ad essere complicata, a causa dell’aumento dei costi di gestione, del rallentamento dell’attività economica e delle difficoltà di accesso al credito.
Il mercato immobiliare italiano non è solo alle prese con le difficoltà del settore residenziale e locativo, ma anche con le sfide che interessano le unità immobiliari destinate alle attività di impresa.
Questo ha un impatto diretto sul settore immobiliare, con una diminuzione dell’attività transattiva e un calo delle richieste di finanziamento. Tuttavia, la situazione del settore corporate è più articolata, poiché la diversificazione degli investimenti verso segmenti alternativi ha consentito di arginare l’impatto che la pandemia ha determinato sui settori principali, consentendo di limitare il tracollo del comparto.
In particolare, il settore degli uffici ha mantenuto un certo livello di vivacità grazie alle nuove modalità di lavoro, come il lavoro da remoto, che hanno reso meno indispensabile la presenza fisica dei dipendenti in ufficio. Questo ha permesso di contenere i costi di gestione delle aziende e di mantenere un certo livello di attività immobiliare nel settore.
Inoltre, anche il settore industriale e logistico ha mantenuto una certa solidità, grazie alla crescita dell’e-commerce e alla necessità di avere magazzini sempre più efficienti e vicini ai centri di distribuzione.
Dunque, il settore immobiliare per le attività di impresa sta attraversando una fase di difficoltà, ma la diversificazione degli investimenti e l’adattamento alle nuove modalità di lavoro stanno consentendo di limitare l’impatto della crisi sul comparto.
Investitori stranieri scettici sull’affidabilità del Paese: dubbi sulla sostenibilità del debito pubblico
Il mercato immobiliare italiano si confronta con un ulteriore ostacolo: la diffidenza degli investitori stranieri sulla stabilità e la sostenibilità del debito pubblico del Paese.
Nonostante la ripresa economica dopo il periodo post-pandemico, il rapporto Nomisma segnala un progressivo indebolimento delle prospettive di crescita, che ha portato dubbi irrisolti sulla solidità del Paese.
In particolare, gli investitori stranieri sembrano essere sempre più scettici sulla capacità dell’Italia di mantenere la sostenibilità del proprio debito pubblico, uno dei più alti dell’Unione Europea.
Questa situazione potrebbe influenzare negativamente il mercato immobiliare italiano, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti stranieri nel settore.
La fiducia degli investitori è fondamentale per lo sviluppo e la crescita del mercato immobiliare, e se questa dovesse vacillare, potrebbe determinare un rallentamento dell’attività economica e un calo dell’afflusso di capitali dall’estero.
La correlazione tra dinamiche macroeconomiche e settore immobiliare: una realtà ancora confermata
Il rapporto Nomisma sottolinea anche l’importanza della correlazione tra le dinamiche macroeconomiche e il settore immobiliare. Il rallentamento della crescita economica, l’aumento del debito pubblico e la riduzione dell’affidabilità del Paese possono avere un impatto negativo sull’andamento del mercato immobiliare italiano.
Inoltre, il rapporto evidenzia come la pandemia abbia accentuato la polarizzazione tra i diversi segmenti del mercato immobiliare, con alcune aree che hanno mostrato una maggiore resilienza rispetto ad altre. Ad esempio, il settore corporate ha saputo diversificare gli investimenti verso segmenti alternativi, consentendo di limitare il tracollo del comparto.
E’ facile dedurre come il rapporto Nomisma mette in luce le difficoltà che il mercato immobiliare italiano sta attraversando, influenzato da fattori sia interni che esterni.
La sfida per il settore residenziale e locativo è rappresentata dall’aumento dei prezzi e dall’accesso sempre più selettivo al credito, mentre le unità immobiliari per le attività di impresa devono fare i conti anche con l’aumento dei costi di gestione. Infine, la situazione del mercato immobiliare è influenzata dalle dinamiche macroeconomiche del Paese, che potrebbero avere un impatto negativo sul settore.