La BCE, ovvero la Banca Centrale Europea, ha iniziato nel 2022 un ciclo di rialzi dei tassi di interesse per contrastare l’inflazione, la quale ha raggiunto livelli record.
Ma quali sono le conseguenze di questa politica monetaria restrittiva? Cosa ci riserva il 2024? E, soprattutto, come si riflette sull’aumento dei tassi dei mutui e sull’impatto nel mercato immobiliare?
Le ragioni della stretta monetaria della BCE
La BCE ha deciso di aumentare i tassi di interesse per un motivo molto chiaro, ovvero frenare l’inflazione, causata prevalentemente da una serie di shock che hanno colpito l’economia europea.
Tra queste citiamo la guerra, il rincaro dei prezzi dell’energia e le turbative delle catene di approvvigionamento.
L’inflazione nell’area dell’euro ha raggiunto livelli pericolosamente elevati già lo scorso anno, quando ha fatto registrare il dato più alto dal 1996. Anche il 2023 ha segnato un dato piuttosto preoccupante.
Le previsioni dicono che nel 2024 l’inflazione dovrebbe attestarsi intorno al 4,5%, quindi confortante in quanto è decisamente un dato più contenuto rispetto a quanto accaduto in questi due ultimi anni.
In questo contesto è chiaro che la Banca Centrale Europea ha dovuto per forza procedere con l’aumento dei tassi di interesse, con tutte le conseguenze del caso.
La speranza è quella di vedere un decremento in tempi rapidi, ma è ovvio che la situazione globale non è abbastanza stabile per poter guardare al futuro con troppo ottimismo.
Le conseguenze per il 2024
Naturalmente, la stretta monetaria della BCE avrà delle ripercussioni sia sul piano macroeconomico che su quello microeconomico.
Sul piano macroeconomico, la stretta monetaria comporterà una rallentamento della crescita economica, che secondo le previsioni dovrebbe passare dal 3,7% del 2023 al 2,5% nel 2024.
Questo accade perchè un aumento dei tassi di interesse rende estremamente più costoso i finanziamenti a famiglie e imprese, riducendo di conseguenza gli investimenti e i consumi.
Non solo, l’aumento dei tassi di interesse rende più forte l’Euro rispetto alle altre monete e questo penalizza in maniera importante le esportazioni.
Sul piano microeconomico, invece, la stretta monetaria si rifletterà sull’aumento dei tassi dei mutui e quindi sul mercato immobiliare.
Infatti, l’aumenti dei tassi di interesse rende più oneroso il rimborso dei finanziamenti per l’acquisto della casa, sia per quanto riguarda i mutui a tasso fisso che a tasso variabile, i quali si adattano all’indice Euribor basato sull’indice IRS.
Non si può negare che l’aumento dei tassi dei mutui ha già avuto un impatto negativo sul mercato immobiliare, che sta vivendo una fase nella quale le compravendite sono in diminuzione.
Per il 2024 la tendenza dovrebbe rimanere uguale, anche se è possibile che ci possa essere un calo dei prezzi degli immobili, questo almeno secondo uno studio condotto dalla BCE.
Tutto ciò accade semplicemente perchè una maggiore spesa per il mutuo riduce drasticamente il potere di acquisto delle famiglie e la domanda di immobili.
Le prospettive future
La stretta monetaria attuata dalla BCE è una misura necessaria per garantire la stabilità dei prezzi e anche la credibilità politica monetaria.
Tuttavia, la BCE dovrà analizzare e monitorare attentamente l’evoluzione dell’inflazione e della crescita economica, in modo tale da evitare di soffocare la ripresa e di creare pericolosi squilibri all’interno del settore immobiliare.
Inoltre, la BCE dovrà comunicare in maniera tempestiva ed estremamente chiara le proprie decisioni future, per ridurre l’incertezza e le aspettative degli operatori economici.
Infine, è necessario che la Banca Centrale Europea coordini la sua azione con quelle delle altre autorità economiche, in particolare con la politica energetica e fiscale, per affrontare le sfide strutturali in essere.
Le altre misure che si possono adottare
Come abbiamo visto, la BCE ha adottato una stretta monetaria piuttosto importante per contrastare l’inflazione. Detto questo, ci sono anche altre misure che possono essere prese in considerazioni, ovvero:
- Ridurre o terminare il programma di acquisti di attività, il quale ha fornito liquidità e sostegno ai mercati finanziari durante la Pandemia;
- Fornire indicazioni prospettiche sui tassi, per comunicare in maniera chiara le decisioni future e le condizioni economiche;
- Utilizzare strumenti non convenzionali, come per esempio le operazioni di rifinanziamento a lungo termine, per incentivare le banche a prestare denaro a famiglie e imprese.;
Appare evidente che la BCE dovrà valutare attentamente l’efficacia e i rischi di queste misure, in base all’evoluzione dell’inflazione e della crescita economica.
Effetti sul mercato immobiliare
Abbiamo accennato poco fa che la stretta monetaria attuata dalla BCE ha degli effetti piuttosto evidenti sul mercato immobiliare.
In particolare, si tratta di un settore estremamente sensibile ai cambiamenti che riguardano i tassi di interesse, che dunque influenzano il costo dei mutui e la domanda di immobili.
L’aumento dei tassi di interesse rende più costoso e complicato l’accesso al credito, causando così una riduzione della capacità di acquisto.
I dati ISTAT parlano chiaro e ci dicono che il 2023 si chiuderà con un’importante diminuzione delle compravendita su tutto il territorio nazionale e, soprattutto, un netto calo dei mutui.
A quanto pare il 2023 metterà in evidenza un calo di circa il 14% relativo alle compravendite, con una flessione più marcata nella prima parte dell’anno e una leggera ripresa nel secondo semestre.
La Banca Centrale Europea ha avvertito che un indebolimento significativo del mercato del lavoro, potrebbe avere un effetto negativo sui portafogli immobiliari, aumentando il rischio di insolvenza e di perdita del valore.
Tra l’altro, la BCE ha anche sottolineato come le misure adottate dai paesi dell’area Euro non sono sufficienti a prevenire eventuali shock.
La relazione tra stretta monetaria della BCE e settore immobiliare
La stretta monetaria della BCE ha un impatto significativo sul mercato immobiliare, sia residenziale che commerciale.
Tutto questo si traduce in una diminuzione dei prezzi, delle compravendite e dei mutui.
Tali effetti sono dovuti soprattutto all’aumento dei tassi di interesse e al forte rallentamento dell’economia che riduce inevitabilmente la richiesta di immobili da acquistare.
Ovviamente queste dinamiche possono creare delle vulnerabilità per la stabilità finanziare di tutta l’area euro, tanto è vero che la BCE ha chiesto di adottare misure macroprudenziali adeguate.
Ad ogni modo, la BCE ha affermato che la stretta monetaria è necessaria per riportare l’inflazione su livelli accettabili e che i suoi effetti negativi sull’economia e sul mercato immobiliare saranno solo temporanei.