“ll recente rialzo di 0,25% dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea dovrebbe essere l’ultimo e, per i mercati, questo potrebbe essere finalmente un elemento chiarificatore”. Simone Manferdini – è un analista finanziario di navigata esperienza e, forte del suo background, prova a tracciare un’analisi sui futuri percorsi di politica monetaria: “Per cercare di contenere l’inflazione al 2%”, spiega “le Banche Centrali di tutto il mondo hanno aumentato i tassi di interesse, creando instabilità e impoverendo le famiglie che si sono viste costrette ad affrontare rate del mutuo quasi raddoppiate. Decisivo sarà l’orientamento della Federal Reserve americana. Se dovesse lasciare stabili i tassi, potremmo essere giunti a una svolta”.
Le dichiarazioni della Bce vanno del resto in questa direzione: “È stato detto a chiare lettere”, ricorda Manferdini, “che il leggero ritocco dei giorni scorsi dovrebbe essere propedeutico per un periodo di stabilità. Il che non vuol dire diminuzione. Anzi, le parole pronunciate a Jackson Hole dai Governatori delle Banche Centrali mondiali fanno presagire che i tassi resteranno alti per un periodo considerevole e questo rischia di avere un impatto negativo sulla crescita economica e sulla stabilità finanziaria. Con l’aggravante che, nell’ultimo decennio, il debito complessivo è salito bruscamente anche a causa della percezione che, con i tassi a zero, indebitarsi non fosse né costoso né oneroso”.
Le conseguenze del rialzo dei tassi di interesse
Il rialzo dei tassi di interesse insomma ha creato problemi alle famiglie e non solo: “Molte persone non riescono più a pagare le rate dei mutui che, in alcuni casi, hanno subito rialzi superiori al 50% e, restando sul fronte immobiliare, c’è da registrare che i tassi ipotecari a 30 anni sono più che raddoppiati. Una situazione di possibile collasso dell’intero sistema a tal punto che i diversi Paesi stanno ragionando in maniera diversa. Si pensi ad esempio la Cina che, dopo la vicenda Evergrande, ha abbassato i tassi per agevolare l’acquisto di case. Una decisione inevitabile per un settore che, nel mercato locale, è fondamentale”.
Anni e anni di tassi bassissimi, ha fatto sì che gli Esecutivi di mezzo mondo potessero aumentare il debito senza limiti e a costo zero. Con la conseguenza che il rapporto debito/PIL di tutti i principali Paesi è aumentato fortemente con la sola eccezione della Germania. In questo quadro, come deve comportarsi il piccolo risparmiatore? “Credo che il mercato obbligazionario”, conclude Manferdini “sia il più interessante, perché se tenuto a scadenza porta dei tassi che, considerato l’ultimo decennio, avevamo dimenticato. Occhio però anche agli strumenti di economia reale -private debt e private equity– che ci permettono di non avere a che fare con le oscillazioni di mercati, andando invece a puntare sulla crescita di aziende selezionate, che possono, in un mercato così incerto, dare dei risultati importanti”.