Si parla sempre più spesso di privatizzazioni nel nostro Paese, il Governo in questo senso sta lavorando su alcuni dossier che potrebbero portare a nuovi sviluppi.
È stato approvato il decreto che regola la vendita di una quota minoritaria di Poste Italiane, una delle aziende italiane più importanti in assoluto.
L’obiettivo è chiaro, ovvero recuperare delle risorse utili per il bilancio dello Stato, favorendo lo sviluppo del gruppo.
Il piano del Governo
Il decreto approvato, prevede che il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ovvero il MEF, possa cedere una parte delle proprie azioni di Poste Italiane, mantenendo però il controllo della società.
Infatti, il ministro Giorgetti ha dichiarato che la quota statale non scenderà al di sotto del 35% sottolineando ancora una volta come lo Stato voglia mantenere un ruolo fondamentale.
Allo stato attuale, il MEF è detentore di quote pari al 29,26% di Poste Italiane, mentre il 35% è di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti, ovvero l’ente pubblico che finanzia infrastrutture e imprese italiane.
La restante parte delle azioni è suddiviso tra investitori istituzionali con una quota del 23,08%, investitori individuali con l’11,85% e azioni proprie pari allo 0,82%.
La cessione potrebbe avvenire tramite un’offerta pubblica di vendita sul mercato, ma non è da escludere anche l’ipotesi di una cessione diretta a un partner strategico.
Ad ogni modo, il Governo ad oggi non ha ancora comunicato dettagli e tempistiche dell’operazione, anche se il tutto potrebbe avvenire in concomitanza con la presentazione del nuovo piano industriale di Poste Italiane, che avverrà a fine marzo.
Quanto vale Poste Italiane?
Poste Italiane rappresenta una delle maggiori aziende del nostro Paese. Il fatturato supera i 24 miliardi di euro e nel 2023 si è registrato un utile netto di oltre 1,5 miliardi di euro.
I dipendenti sono circa 120.000, gli uffici postali sono 12.800 e vanta oltre 35 milioni di clienti. Numeri che fanno capire la grandezza della società.
L’attività di Poste Italiane si articoli in quattro settori:
- La rete postale, che offre servizi di corrispondenza, pacchi e pagamento;
- Il settore finanziario, che gestisce il risparmio postale, i conti correnti, i prestiti e i fondi di investimento;
- Il settore assicurativo, che offre polizze vita e danni;
- Il settore logistico, che si occupa delle consegne legate al commercio online e non solo;
La privatizzazione di Poste Italiane potrebbe avere degli effetti piuttosto evidenti sia sul valore che sul futuro della società.
In primo luogo, potrebbe aumentare la competitività e la capacità di innovazione, grazie soprattutto all’ingresso di nuovi azionisti.
Non possiamo però sottolineare che questa operazione potrebbe comportare dei rischi oggettivi, come ad esempio la perdita di una parte del patrimonio pubblico, la riduzione dei servizi sociali o il rischio precariato per i lavoratori.
Le sfide di Poste italiane
È evidente che Poste Italiane si trova davanti a diverse sfide, sia interne che esterne, le quali richiedono una strategia ambiziosa e una visione chiara. Tra queste ci sono:
- La digitalizzazione dei servizi e dei processi, in maniera tale da adeguarsi alle nuove esigenze dei clienti e alle opportunità che le tecnologie più avanzate sono in grado di offrire;
- La diversificazione del portafoglio, per ampliare la gamma di prodotti e servizi e per sfruttare le partnership tra i diversi settori;
- La crescita internazionale, così da espandere il proprio mercato e la presenza in altri paesi, in particolare modo in Europa e in Africa;
- La sostenibilità ambientale e sociale, per ridurre l’impatto delle proprie attività, contribuendo allo sviluppo del territorio;
Poste Italiane ha già avviato dei progetti interessanti proprio in questa direzione, ad esempio con la consegna dei pacchi anche nei giorni festivi, la gestione dei magazzini per conto terzi e la collaborazione con le amministrazioni locali per la fornitura di certificati anagrafici.
Il nuovo piano industriale avrà il compito di illustrare le linee guida e gli obiettivi del prossimo triennio, con un’attenzione particolare alla logistica, che è considerata il settore più strategico e in crescita.
Chi potrebbe acquistare le quote?
Ma quali sono i potenziali acquirenti delle azioni di Poste Italiane? Ci sono delle società che operano nel settore assicurativo, finanziario e delle gestione del risparmio. Alcuni esempi sono:
- Generali: la compagnia assicurativa che detiene già una quota pari al 2,8% di Poste Italiane e che potrebbe essere interessata ad aumentare la propria partecipazione;
- Amundi: società francese, leader europeo nella gestione degli asset, potrebbe puntare ad acquisire quote di Poste Italiane per espandere la propria offerta di prodotti e servizi finanziari;
- Axa: la compagnia assicurativa francese ha già avviato una partnership con Poste Italiane per la distribuzione di polizze vita e non è escluso che possa consolidare la propria presenza nel mercato italiano;
Naturalmente questi sono solo alcuni dei potenziali acquirenti, entro ottobre dovranno essere presentate le offerte vincolanti e il Governo potrà valutare ogni dettaglio relativo al prezzo, alla strategia e agli impatti economici dell’operazione.
Privatizzazione Poste Italiane, pareri discordanti
La privatizzazione di Poste Italiane è un tema del quale si dibatte costantemente e le opinioni sono diversi tra gli attori che ricoprono ruoli istituzionali e non solo.
In linea generale possiamo affermare che coloro i quali sono favorevoli alla privatizzazione, sostengono che si tratta di una grande opportunità per rendere Poste Italiane più competitiva e innovativa.
Non solo, si ritiene che la privatizzazione possa portare importanti risorse per il bilancio statale, favorendo lo sviluppo dell’intero gruppo.
Viceversa, coloro che sono contrari a questa operazione sono preoccupati dalla possibilità che Poste Italiane, che svolge un ruolo sociale e di servizio ai cittadini, possa andare incontro a rischi legati soprattutto all’occupazione.
Privatizzare Poste Italiane è un’operazione che ha indubbiamente delle implicazioni politiche, economiche e sociali.
Il Governo sostiene che si tratta di un’opportunità per valorizzare il gruppo, ma dall’altra parte sindacati e consumatori sono scettici e temono che ci possano essere conseguenze negative.
In ogni caso, la decisione finale spetta al Governo, che dovrà valutare le offerte e i piani strategici. Ovviamente bisognerà garantire che la privatizzazione non vada a compromettere il ruolo sociale di Poste Italiane.