“Basta con i falsi guru del marketing che illudono gli imprenditori. È arrivato il momento di istituire un Albo perché quella del marketer è una professione che va tutelata e regolamentata, altrimenti i danni alle piccole realtà saranno sempre più rilevanti!”. A lanciare l’appello è Francesco Galvani, il divulgatore più seguito di Quora Italia, ex marketing manager in aziende come Luxottica e CEO di Deep Marketing.
Galvani è categorico e sottolinea una situazione delicata e erroneamente poco attenzionata. Ad oggi, in effetti, la professione è inserita nell’ordinamento con la cosiddetta “Legge per i senza Albo” del 2013 che consente a chiunque di poter esercitare un’attività economica volta alla prestazione di servizi e opere a favore di terzi, senza la necessaria iscrizione a un albo.
La piaga dei marketer improvvisati che imperversano
“In questo vuoto normativo si sono infilati, stuoli di formatori improvvisati. Veri e propri illusionisti che fanno promesse che non possono essere mantenute. In un paese nel quale tanti formatori promettono guadagni infiniti con sempre meno impegno e skill. Dobbiamo spiegare agli imprenditori come questi si nutrono, come si diffondono, qual è la loro psicologia di ‘attacco’ e, soprattutto, dobbiamo fornire loro gli strumenti per non cadere nella loro rete.
Ma chi sono le vittime sacrificali dei millantatori del marketing? A pagare le conseguenze di questi corsi spesso molto costosi e basati su approcci pseudoscientifici o amatoriali, sono soprattutto degli inesperti che si affidano ciecamente alle promesse di facile successo. Sono tantissimi, infatti, gli pseudo-marketer che promettono guadagni milionari in poco tempo e col loro “metodo unico”, che poi è sempre lo stesso e basato su tecniche poco etiche e poco efficaci. “Le vittime, generalmente, sono micro-imprenditori che attraversano un momento difficile o ragazzi giovani allettati dall’idea di poter imparare in poco tempo le regole-base del marketing per fare tanti soldi”, ribadisce Galvani, autore tra l’altro, di una “Guida Scientifica per Imprenditori”, in cui si affronta, fra le altre cose, anche il tema del vulnus normativo relativo alla mancanza di un albo professionale.
Il marketing scientifico basato su 400 fonti
“Ho voluto portare a quante più PMI possibili il marketing scientifico attraverso la mia forma divulgativa preferita, l’alternanza di domande e risposte”. In effetti il testo contiene ben 210 domande e risposte scientifiche e più di 400 fonti solidissime su marketing, business, vendite, retail, psicologia del consumo, strategia e mercati. “Il marketing è una soft science, una miscela equa di scienza e arte. Noi marketer specialisti non basiamo il nostro lavoro su punti di vista, sulle opinioni di qualche presunto ‘guru’, o solo sulla nostra esperienza”. La professione non può essere improvvisata ma ad un professionista servono anni di duro lavoro per essere utile e spendibile. Parliamo di marketer certificati che abbiano alle spalle esperienze di livello”. Non a caso Galvani guida un’agenzia considerata una vera e propria “eccellenza” da marketplace internazionali quali SortList, DesignRush e GoodFirms e con clienti come Genertel, Duomo di Milano e Mida Ticket.
“Il marketing non è una scienza missilistica ma è comunque una scienza. Non ci interessa ‘chi ha detto cosa o urlare più forte degli altri”. A noi interessa solo quanto un’idea si basi sulle evidenze e sia riproducibile. Quanti pensano che marketing significhi manipolare i clienti, polarizzarli, aggredirli commercialmente, creare pubblicità creativamente improponibili e fatte in casa. Il problema è che a queste sciocchezze autodistruttive ormai credono tantissimi piccoli imprenditori perché non esiste una regolamentazione della professione e qualsiasi improvvisato può diffonderle e insegnarle a stuoli di persone. È ora di dire basta. Serve un Albo”, conclude Galvani.