Quello della transizione energetica è un tema estremamente rilevante a livello globale. Parliamo infatti del passaggio da fonti di energia basate sui combustibili fossili, a fonti di energia rinnovabili e quindi pulite.
Si tratta senza ombra di dubbio di una sfida epocale che richiede la collaborazione e un forte impegno da parte di tutti gli attori coinvolti.
Ma non va dimenticato che la transizione energetica rappresenta soprattutto un’enorme opportunità.
Gli Stati Uniti sono una delle nazioni maggiormente coinvolte e responsabili nel campo della transizione energetica per il loro ruolo di principale consumatore e produttore di energia fossile.
Non a caso l’amministrazione Biden vuole imprimere una forte accelerazione sulla transizione energetica, adottando politiche mirate ed efficaci.
Il tutto nell’ottica degli obiettivi stabiliti dall’accordo di Parigi sul clima, che mette al centro il traguardo dell’ economia a zero emissioni da raggiungere entro il 2050.
Il piano Biden per la transizione energetica
L’amministrazione Biden ha redatto un piano, nel 2021 che punta proprio a favorire la transizione energetica.
Tale piano è meglio conosciuto come “American Jobs Plan” e prevede investimenti pubblici pari a due miliardi di dollari.
Nel dettaglio, il piano prevede numerose misure a sostegno della transizione energetica, tra cui:
- Un Clean Electricity Standard che obbliga i fornitori di elettricità a garantire che l’80% della loro produzione provenga da fonti a zero emissioni entro il 2030;
- Eliminazione dei sussidi alle industrie fossili con conseguente introduzione di una tassa sul carbonio per incentivare al la riduzione delle emissioni;
- Investimento di 35 miliari di dollari nella ricerca e sviluppo sulle tecnologie per il clima, come ad esempio lo stoccaggio dell’energia, l’idrogeno, l’eolico offshore e così via;
- Investimento di 174 miliardi di dollari nella mobilità elettrica che prevede anche la realizzazione di 500.000 stazioni di ricarica;
- Investimento di 100 miliardi di dollari per ammodernare la rete elettrica, rendendola estremamente più efficiente;
- Investimento di 213 miliardi di dollari nella riqualificazione energetica di edifici residenziali e commerciali;
Come vediamo, dunque, si tratta di un piano estremamente ambizioso che è stato accolto con enorme favore soprattutto dalle imprese del settore delle energie rinnovabili e da vari partner globali come l’Unione Europea.
Naturalmente non mancano varie critiche e quindi il piano necessita ancora di tempo per poter essere approvato in maniera definitiva superando diversi ostacoli.
La situazione attuale negli Stati Uniti
Nonostante le varie resistenze e le oggettive difficoltà politiche, gli Stati Uniti vogliono continuare a fare importanti progressi legati alla transizione energetica.
Infatti, secondo vari studi, nel 2020 le fonti rinnovabili hanno superato per la prima volta il carbone nella produzione di elettricità. Un risultato straordinario che fa capire come la strada sia ormai tracciata.
La principale fonte di energia rimane il gas naturale, seguito dal nucleare e dal carbone. Tra le fonti rinnovabili spiccano l’eolico e il solare, che continuano a registrare una crescita costante.
Un altro dato interessante è che gli Stati Uniti sono il secondo paese al mondo per capacità installata di energia eolica e il terzo per capacità installata di energia solare, dopo Cina e India.
Ad ogni modo però è bene sottolineare che queste fonti hanno un potenziale enorme che ad oggi non viene ancora sfruttato al massimo.
Il piano Biden punta a espandere tale fonte, puntando a raggiungere i 30GW di capacità entro il 2030.
La mobilità elettrica
Rendere la mobilità elettrica è uno dei grandi obiettivi dell’amministrazione Biden, il tutto è chiaramente indicato all’interno del piano U.S. National Blueprint for Transportation Decarbonization.
Il settore dei trasporti è responsabile di un terzo delle emissioni totali di gas serra degli Stati Uniti e, di conseguenza, ha un’influenza negativa sulla salute degli americani e del nostro pianeta.
Questo piano prevede quattro strategie fondamentali, ovvero:
- Ridurre la necessità di spostamenti lunghi e costosi, progettando soluzioni che favoriscano l’accesso a servizi e opportunità;
- Aumentare le opzioni a disposizione dei cittadini per consentire il passaggio a veicoli e modalità di trasporto maggiormente efficienti, come mezzi pubblici e mobilità condivisa;
- Implementare la diffusione di veicoli e zero emissioni, realizzando un’infrastruttura adeguata
- Promuovere soluzioni green per tutte le modalità di trasporto, compresi aerei, navi e treni, grazie all’innovazione tecnologica;
Il piano U.S. National Blueprint for Transportation Decarbonization è un progetto ad ampio respiro, che si sposa in pieno con l’esigenza di attuare la transizione energetica anche nel settore trasporti.
Appare evidente però che il successo di tale iniziativa dipende molto dalla capacità di superamento delle resistenze economiche e politiche che ne limitano la sua attuazione.
Sarà quindi fondamentale aprire un dialogo e collaborare con altri paesi, soprattutto con la Cina che oggi rappresenta il maggior emettitore di gas serra al mondo.
Obiettivo Net Zero
Net Zero è il raggiungimento di un valore di emissioni di gas serra il più vicino possibile allo zero.
Con le politiche attuali si stima che già entro il 2035 le emissioni avranno un calo del 40%, che scenderanno del 55% nel 2050.
Esistono ancora alcune problematiche relativa agli incentivi, i quali attualmente non bastano per poter raggiungere l’obiettivo Net Zero, rendendo indispensabile attuare politiche di decarbonizzazione mirate.
In questo senso saranno fondamentali anche gli investimenti privati, oltre che gli incentivi pubblici, per raggiungere questo fondamentale traguardo.
Transizione energetica come priorità
L’obiettivo chiaro è quello di rilanciare l’economia, creare occupazione e contrastare il cambiamento climatico. Tre grandi traguardi che possono essere raggiunti con impegno e collaborazione.
È fondamentale il dialogo con altri paesi, in quanto il raggiungimento degli obiettivi inseriti nell’accordo di Parigi dipende dal lavoro svolto a livello globale..
La transizione energetica è la grande sfida che riguarda tutti noi, quindi è impossibile pensare di affrontarla singolarmente, occorre che tutti gli attori coinvolti facciano la loro parte.
Non possiamo infine negare che tutto il mondo studia con interesse le politiche green americane, individuandole come un vero e proprio punto di riferimento.