Le startup PropTech e FinTech rispondono alle esigenze del settore immobiliare e di quello finanziario. Le due grandi esigenze principali sono mettere l’uomo al centro del panorama immobiliare – tenendo in considerazione anche il valore sociale dell’immobile come casa – e sviluppare soluzioni sempre più semplici con un costo sostenibile anche per l’ambiente. Quali sono i dati e le specializzazioni di questi nuovi tipi di attività e quanto rendono? Facciamo chiarezza.
Startup, gli ultimi dati
Stando alla relazione annuale del MISE dello scorso 2 febbraio, nel 2021 il numero delle startup innovative è cresciuto del 16,8% per un totale di 14 mila nuove imprese. Le startup sono nate anche durante il periodo di pandemia. Nel 2020 è stato registrato un aumento del 10% rispetto al 2019. Le attività più dinamiche – secondo il Ministero – hanno cercato nuovi scenari e mercati per migliorare la produzione, la distribuzione e il consumo di beni e servizi.
Mentre al 30 Settembre 2022 un rapporto congiunto del ministero delle Imprese e Made in Italy (Mimit), InfoCamere, Unioncamere e Mediocredito Centrale (Mcc) dichiara che per la prima volta in Italia il numero di startup ha superato il tetto delle 14.700 unità.
In più, hanno sviluppato nuove tecnologie e individuato nuove nicchie di mercato. Da parte sua, lo Stato ha a disposizione dei fondi dal PNRR per le startup che dimostrano di essere innovative. Si è previsto anche il ricorso ai venture capital da parte dei privati. PropTech e Fintech rientrano in queste dinamiche innovative.
Differenze tra PropTech e FinTech
PropTech e FinTech utilizzano la tecnologia per migliorare i processi aziendali, ma i loro clienti sono completamente diversi. La FinTech ha il compito di ottimizzare i processi nel settore bancario e in quello finanziario in genere. Queste startup si occupano di ottimizzare le interfacce per gli utenti. Così rendono più semplice inviare un bonifico, o ricevere un pagamento, o ancora gestire i capitali a distanza.
La PropTech, invece, si occupa di ottimizzare i processi che portano alla compravendita immobiliare, oppure nel mondo dei contratti di locazione. Lo strumento principale è lo smart building, cioè una costruzione intelligente in grado di fornire dati che saranno poi utili per rendere tutto più semplice a ogni passaggio: dal proprietario – o dai proprietari nel caso di fondi immobiliari – al cliente finale.
PropTech, cos’è e come funziona
“Il PropTech è una piccola parte della più ampia trasformazione digitale del settore immobiliare. Descrive un cambio di mentalità nell’industria del real estate e dei suoi utenti che riguarda l’innovazione tecnologica nell’assemblaggio dei dati, nelle transazioni e nel design di edifici e città”. A dirlo sono James Dearsley, esperto di PropTech inglesi, e il professor Andrew Baum dell’Università di Oxford.
Per farla più semplice, una PropTech è una startup che opera nel settore immobiliare utilizzando la tecnologia. Nel mondo ci sono circa 5 mila startup in questo settore, che attirano 15 miliardi di dollari di investimenti all’anno. Nel Regno Unito, la più nota è la Purplebricks, mentre negli Stati Uniti le più note sono Opendoor e Zillow.
Per il loro lavoro, queste startup hanno delle aree di interesse. Quali sono? Lo Smart Real Estate, cioè le attività che permettono di migliorare la gestione immobiliare con piattaforme dedicate, che la PropTech va poi a realizzare. Altre aree di interesse sono la Shared Economy – che consente di utilizzare uno spazio in condivisione – e il Real Estate Fintech, che opera su investimenti, aste immobiliari, crowdfunding e brokeraggio.
Tra gli asset strategici c’è anche il ConTech, ovvero un’edilizia che si basa sui dati ottenuti grazie alla tecnologia. Tutto questo non sarebbe possibile senza una costruzione intelligente, che sia in grado di fornire i dati necessari per orientarsi. Questo tipo di costruzione si chiama Smart Building e, grazie ai dati che fornisce, le startup di questo tipo possono offrire delle esperienze 3D degli immobili, oppure tutta la documentazione necessaria in tempo reale.
Queste metodologie danno il massimo dei profitti nel mercato immobiliare degli affitti, dove il target di maggior riferimento è la cosiddetta Rent Generation, ovvero quella generazione che non è in grado o non vuole sostenere i costi di una casa di proprietà e preferisce la locazione. I vantaggi principali di questa scelta sono ottenere maggiore flessibilità e spazi che – anche se condivisi – se ben progettati possono migliorare la qualità della vita.
FinTech in fase di consolidamento
Le FinTech, dopo una prima fase di sviluppo, vivono una seconda fase di consolidamento. In particolare, in Italia è molto nota la Finom, che è cresciuta talmente tanto da sbarcare anche in Germania, con oltre 16,8 milioni di euro di investimenti solo nell’ultimo anno. In un’intervista rilasciata a Tiscali l’Head of Business Italia Antonio La Mura ha spiegato alcuni dei servizi di una FinTech e come sta andando questo mercato.
“Il valore più importante che i nostri clienti cercano in un prodotto come il nostro è la sua semplicità di utilizzo e l’affidabilità del servizio. Professionisti e imprenditori sono ormai abituati a soluzioni finanziarie retail estremamente semplici e si aspettano lo stesso livello di servizio anche per gli strumenti che utilizzano nella gestione della propria attività” spiega.
“Dopo il periodo di sviluppo iniziale caratterizzato da un tessuto di startup, il fintech oggi in Italia si trova nella sua fase di consolidamento. Vedo crescere nuovi progetti messi in campo da player consolidati, che adottano soluzioni innovative per migliorare l’esperienza utente e mantenere alta la fedeltà dei propri clienti, ormai sempre più abituati a servizi semplici e integrati. La sfida ora è sull’effettiva capacità dei singoli progetti di creare un valore reale e distintivo per i propri clienti, crescendo in un mercato competitivo e sempre più ricco di nuove iniziative” conclude.