L’economia di scala è un punto di riferimento quando si cerca di aumentare la competitività in un’azienda o di guadagnare di più aumentando la produzione.
L’obiettivo è quindi quello di ottimizzare i costi, cercando di ridurli, con l’effetto di aumentare i margini di guadagno. Per poter raggiungere questo obiettivo, l’azienda deve sostenere dei costi di base, che possono essere anche alti, ma nell’ottica dell’investimento.
Infatti, comprare un macchinario di produzione nuovo costa, ma nel tempo consente di ottenere più pezzi in un tempo minore. Quindi, il suo costo si ammortizzerà nel tempo. Nell’economia di scala, l’indice da tenere in considerazione come riferimento è il costo medio di produzione. Più si riduce, più margini ci saranno. Questo costo va a scendere man mano che i macchinari lavorano al massimo delle loro capacità.
Per ottenere il massimo possibile, l’azienda deve anche fare attenzione alle inefficienze o a quei prodotti che possono uscire fuori difettosi già dalla fabbrica. Questo tipo di economia ha vantaggi evidenti: aumenta l’efficienza e riduce i costi. In più, permette di produrre di più in meno tempo, generando così una ventata economica positiva che cade su clienti e fornitori.
Per contro, questa economia dipende fortemente dalla domanda. Cioè, si può guadagnare di più solo se la domanda esterna di quel prodotto resta la stessa. Se capita una situazione di contrazione dei consumi – come quella che stiamo vivendo ora per via dell’inflazione al 12,8% – allora il sistema non si regge in piedi.
In più, non è possibile effettuare grandi innovazioni sul prodotto e questo nel tempo si traduce in una minore competitività dell’azienda rispetto alla concorrenza.
Nessun investimento è senza rischi e anche nell’economia di scala è così. Se si acquista un macchinario costoso e poi cala la domanda, sarà molto difficile, se non impossibile, rientrare di quanto investito, che si trasformerà in un capitale perso.
Invece di ridurre i costi, l’azienda può pensare di puntare su un’economia di scopo. In questo caso, si usano impianti più flessibili – con minori rischi di investimento – e si punta sull’innovazione per migliorare il prodotto. Per contro, questa economia presenta costi maggiori, che non sono solo iniziali.
Economia di scala interna ed esterna
L’economia di scala non è per tutti. Infatti, solo le grandi aziende possono approfittare dei suoi vantaggi, garantendo così al cliente finale un prezzo più basso. L’economia di scala si distingue in interna ed esterna. Quella interna si basa sul management aziendale. Supponiamo che un grande marchio debba produrre in Paesi diversi. Per l’azienda, converrà di più produrre in loco con il proprio marchio e non trasportare in tutto il mondo il prodotto.
Questo ridurrà i costi e permetterà di offrire un prodotto sul mercato più conveniente. Il risparmio si può ottenere anche sulle materie prime, importandole solo dove costa meno e usandole poi dove serve.
Le economie di scala interne possono basare il loro risparmio raddoppiando la produttività (economia tecnica di scala), con manager più competitivi (economia di scala manageriale), con prestiti più convenienti per via della solidità dei bilanci (economia di scala finanziaria), oppure presentandosi online (economia di scala della rete, casi Amazon ed Ebay).
L’economia esterna, invece, si basa su aspetti che sono indipendenti dall’azienda, come il governo locale, il Paese e il settore di appartenenza dell’azienda. Per ottenere dei vantaggi, l’azienda può offrire al governo locale posti di lavoro, luoghi di intrattenimento pubblici e grandi investimenti, che si trasformano anche in una ventata pubblicitaria.
Quando l’azienda è davvero grande, allora perde la sua flessibilità. Servirà più tempo per prendere le decisioni e questo si tradurrà in una minore competitività. Si parla in questo caso di diseconomia di scala.
Conviene investire nell’economia di scala aziendale?
Dipende. Prima di iniziare qualsiasi investimento, sarebbe utile fare prima un’analisi aziendale se l’attività è già sul mercato e un’analisi di mercato per capire quali sono le prospettive di crescita negli anni successivi. In più, investimenti simili non sono alla portata di tutti. È necessario avere grossi budget e cercare di capire quali sono quei prodotti che saranno sempre utili e che non hanno bisogno di tanti cambiamenti.
Un esempio di economia di scala è certamente il mercato alimentare italiano, con particolare riferimento al mondo delle merendine e non solo. Anche se si inserisce un nuovo prodotto sul mercato, come ha fatto negli ultimi anni Ferrero, per cambiare le confezioni in ottica sostenibile sono stati determinanti due fattori: la nuova sensibilità del consumatore e un minor costo della materia prima (cartacea soprattutto) rispetto alla plastica.
In più, anche la plastica più resistente – perché più basata su elementi inquinanti – è stata vietata per normativa europea. Il cambiamento delle confezioni con l’uso della carta è avvenuto solo di recente, mentre le confezioni di plastica sono state in vigore per decenni. Le merendine e il modo di produrle, invece, sono rimasti gli stessi anzi: alcuni consumatori scelgono questi prodotti proprio perché si producono allo stesso modo