È arrivata l’approvazione definitiva, da parte del Parlamento Europeo, alla direttiva casa green, tecnicamente chiamata Energy performance of building directive.
Le discussioni sono andate avanti per circa dodici mesi e la norma, approvata con 370 voti a favore, 199 contrari e 46 astenuti, è stata approvata.
A questo punto riceverà il via libera da parte del Consiglio, per essere poi pubblicata in Gazzetta Ufficiale entrando definitivamente in vigore.
Sono state prese decisioni importanti, pensiamo ad esempio allo stop alle caldaie a gas, alle regole per gli edifici di nuova costruzione e al piano di ristrutturazione degli immobili.
Vediamo nel dettaglio che cosa prevede la direttiva europea.
Zero emissioni entro il 2050
Prima di tutto viene stabilito che ogni Stato Membro dovrà attuare un piano nazionale di riduzione del consumo energetico degli edifici residenziali.
Nel dettaglio, questa riduzione deve essere del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. L’obiettivo finale è quello di rendere il patrimonio residenziale a zero emissioni entro iil 2050.
Inoltre, la versione definitiva della direttiva prevede che gli immobili vengano classificati in base alla media dei consumi e non più secondo la classificazione energetica.
Stop a caldaie a gas e incentivi
Altra novità rilevante riguarda le caldaie a gas, per le quali è stato disposto lo stop definitivo entro il 2040.
Però, già a partire dal 2025 saranno vietati gli incentivi fiscali per l’acquisto e l’installazione di caldaie a gas, in modo tale da favorire la transizione verso sistemi ibridi.
Regole stringenti per le nuove costruzioni
Dal 1° gennaio 2028 gli immobili di proprietà pubblica dovranno essere a zero emissioni in loco. Mentre per gli altri edifici il termine è il 1° gennaio 2030.
Inoltre, le nuove costruzioni dovranno essere predisposte per poter permette di installare impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti.
Esenzioni
La direttiva casa green introduce nuove esenzioni inserendo nella lista gli immobili sottoposti a vincolo puntuale o di area, immobili religiosi, immobili temporanei, seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno, immobili della difesa e immobili con una metratura inferiore ai 50mq.
Torna lo sconto in fattura
Infine, data la necessità di effettuare importanti interventi di ristrutturazione, gli Stati Membri dovranno destinare risorse per permettere ai cittadini di ottenere un risparmio.
In questo senso, saranno ammessi incentivi come detrazioni e crediti fiscali, a cui si aggiunge lo sconto in fattura che torna quindi ad essere protagonista dopo che nel nostro paese è stato di fatto eliminato.
Conclusione
La direttiva casa green, dopo tante discussioni e polemiche, adesso è davvero realtà. Ci sono delle differenze importanti rispetto al testo originale e le regole sono meno stringenti.
Ad ogni modo, è necessario avviare da subito un piano di ristrutturazione per poter avere immobili meno inquinanti, grazie anche ai fondi che saranno messi a disposizione per le ristrutturazioni.
È innegabile che ci siano delle incognite rilevanti che riguardano soprattutto i costi che bisognerebbe sostenere per rendere il proprio immobile meno inquinante.
Si stima che gli interventi di riqualificazione potrebbero comportare una spesa tra i 35.000 e i 60.000 euro per un’abitazione di 100mq.
Inoltre non è da sottovalutare il rischio svalutazione che non sono oggetto di riqualificazione energetica.