L’avvento di Internet e la diffusione delle tecnologie digitali nella quotidianità ha consentito di catalizzare l’attenzione verso il campo dell’imprenditoria con un obiettivo preciso. Parliamo della curiosità di capire come alcune imprese abbiano realizzato in brevissimo tempo nuovi mercati digitali. La nascita di Facebook per esempio, ha fatto sì che tutti si chiedessero perché abbia riscosso successo così velocemente.
Da quel momento in poi, i termini startup e scaleup sono stati menzionati sempre più spesso: andiamo a scoprire insieme cosa significano.
Definizione di startup e scaleup
Il termine startup indica quelle imprese che, attraverso investimenti e fatturato, hanno guadagnato una cifra compresa tra 500.000 e 1 milione di dollari. Lo scopo primario consiste nel creare un modello di business che possa aumentare il volume d’affari e il numero dei clienti, senza ricorrere a grandi modifiche.
La definizione scaleup va attribuita alle startup che hanno guadagnato tra 1 e 100 milioni di dollari, tra capitali investiti e fatturato. In parole povere, la scaleup non è altro che una startup cresciuta ottenendo ottimi risultati in termini di fatturato, numero clienti, fondi raccolti, ecc. Una volta raggiunto questo traguardo può dare il suo contributo all’economia, anche dal punto di vista occupazionale
I settori più attivi nel Bel Paese riguardano la robotica, l’intelligenza artificiale e la blockchain, che hanno registrato un incremento nel numero degli investimenti nel venture capital nel corso del 2022, superando i 2 miliardi di euro.
Le politiche di investimento e le startup in crescita
A conferma di ciò, è bene dire che le basi ci sono, ma occorre mirare a obiettivi importanti, adottando le giuste politiche di investimento. Solo così sarà possibile instaurare una valida interazione tra gli istituti di ricerca, gli investitori pubblici e privati, le università.
La crescita economica riguarda la nascita di nuove aziende definite Unicorno, ovvero quelle startup che hanno raggiunto almeno 1 miliardo di dollari, in termini di fatturato. Tra le aziende Unicorno più note ricordiamo Scalapay, che si occupa della rateizzazione dei pagamenti e Satispay, specializzata nei pagamenti online.
Ben presto faranno parte dell’elenco delle imprese da oltre 1 miliardo di dollari MusixMatch e Bending Spoons, startup attive in ambito musicale e digitale.
Il panorama attivo delle startup e scaleup
In Italia sono presenti circa 180 scalup che rappresentano il 3% o poco più di quelle presenti in tutta Europa. Il Bel Paese occupa l’undicesimo posto in classifica, piazzandosi a notevole distanza dai maggiori ecosistemi europei, quali Germania, Francia e Regno Unito.
La città italiana registra la maggior presenza di scaleup è Milano che ne conta oltre 120 mentre Roma ne ha 22. Napoli e Cagliari ne vantano 8, Torino 7, Firenze 6, Bologna e Pisa 5. La crescita riguarda anche gli altri ecosistemi con riferimento all’Emilia Romagna, al Veneto, alla Sicilia e alla Sardegna.
L’ecosistema startup ha avuto un forte impatto innovativo, contribuendo allo sviluppo economico, ma nonostante l’aumento degli investimenti in venture capital, qualcosa in Italia blocca l’evoluzione dell’ecosistema stesso. .
Il problema potrebbe essere dovuto a una carenza culturale che renderebbe fondamentale un intervento del governo. Il Bel Paese non mostra segni di grande evoluzione dell’ecosistema, né per quanto riguarda il capitale privato, né per la qualità del lavoro degli intermediari, né dal punto di vista legale, ma non solo. Il sostegno alle innovazioni tech non arriverebbe nemmeno dalle pubbliche amministrazioni.
Il ruolo del private equity e degli angel investor
Il capitale privato dell’Italia si allontana dalle attività d’internazionalizzazione, sia per quanto riguarda il lato comportamentale che quello comunicativo. I singoli investitori coinvolti nel crowdfunding non hanno ancora capito il distinguo tra imprese scalabili e imprese lineari. Non essendo aiutati dalle piattaforme di raccolta, fanno pertanto investimenti sbagliati.
Gli angel investor, invece, agiscono diversamente, scegliendo progetti scalabili e offrendo valutazioni di imprese lineari per acquisire la percentuale più alta. Per quanto riguarda la pubblica amministrazione, i dipendenti spesso non accolgono bene l’innovazione, poiché cambierebbe la loro attuale condizione. Si tratta, infatti, di persone immerse quotidianamente in cavilli burocratici e nel rispetto dei regolamenti.
Le scaleup sono, dunque, startup pronte a evolversi, ma per farlo occorrono finanziamenti che, purtroppo , in Italia scarseggiano.
L’importanza della formazione e le prospettive del venture capital
La carenza di talenti e come trattenerli in azienda senza allontanarli rappresentano sicuramente due elementi critici. Con l’avvento della digitalizzazione, sono nate nuove figure professionali, pertanto è stato necessario aggiornare gli operatori.
La formazione e l’aggiornamento sono di fondamentale importanza nella crescita di un professionista, in modo da stare al passo con l’evoluzione. Esistono diverse possibilità, come investire in corsi di formazione interni, oppure in workshop esterni o ancora in master e corsi di diploma e attestati.
In Italia esiste, però, ancora grandi limiti che riguardano il sistema burocratico complesso, la tassazione molto alta rispetto a Gran Bretagna e Usa, nonché una evidente difficoltà nel reperire capitali a livello internazionale. A tutto ciò possiamo aggiungere una scarsa conoscenza del mercato estero.
L’evoluzione delle startup italiane ha raggiunto buoni risultati, purtroppo ancora inferiori alla media dei più importanti competitor europei. L’Italia ha registrato, comunque, la crescita più notevole in Europa. Il 2022 è stato sicuramente un anno propizio per quel che riguarda il venture capital.
Entro il 2025, il Bel Paese dovrebbe realizzare investimenti in venture capital pari a 9 miliardi. Un buon auspicio, realizzabile con l’approvazione della proposta di legge per la promozione e lo sviluppo delle startup innovative.