Cosa si intende per economia sostenibile?
Si tratta di una modalità economica che si basa – o comunque tiene in alta considerazione – lo sviluppo sostenibile delle sue scelte. Oltre a pensare ai margini di profitto e all’efficienza produttiva, un’azienda che lavora in quest’ottica andrà a chiarire l’impatto ambientale della sua produzione, come vengono smaltiti i suoi rifiuti e quali sono le certificazioni che deve tenere per far sentire il consumatore sicuro di un acquisto sostenibile.
“Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni” si legge nel rapporto Brundtland del 1987, pubblicato dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (WCED).
Nel 1991, il rapporto dell’economista ecologico Herman Daly stabilì che per essere sostenibile, un’impresa non potesse utilizzare più risorse di quanto la natura fosse in grado di rigenerare da sola nello stesso periodo di tempo. In più, applicò lo stesso concetto alle emissioni inquinanti, indicando come l’Uomo non potesse immettere più di quanto l’ambiente potesse sopportare. Infine, evidenziò l’importanza di rendere costante il numero delle risorse non rinnovabili nel tempo.
Il concetto è stato poi definito nei dettagli, con l’agenda 2030 e di 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Unione Europea. In quell’occasione – era il 2015 – si è evidenziato il rapporto tra economia, ambiente e diritti umani. In più, si è cambiato l’indice di riferimento. Se prima la produzione e la crescita economica erano l’unico segnale di miglioramento – o comunque più importante – ora l’accento si punta alla sostenibilità ambientale, ovvero all’uso virtuoso delle risorse disponibili sul Pianeta.
Infine, ci si rese conto che più soldi non portavano più felicità nelle società. La definizione tramite legge economica era già arrivata negli anni Settanta, con il paradosso di Easterlin dal nome dell’economista Richard Easterlin. L’economista sosteneva che la felicità e il benessere non si potessero misurare solo in condizioni economiche, ma anche in: soddisfazione, aspirazione, opportunità, relazioni, libertà e influenze esterne sul reddito.
Quali sono le 3 E su cui si basa l’economia sostenibile?
Questo tipo di economia si basa su tre concetti chiave: ecologia, economia ed equità.
- Con ecologia si fa riferimento a un uso consapevole delle risorse ambientali, per dare un futuro alle prossime generazioni e salvare l’ambiente;
- Con economia si intende il rispetto per chi lavora all’interno dei processi produttivi, assicurando un salario giusto in base al lavoro svolto;
- Infine, con equità si intende il rispetto verso le generazioni che verranno, che non devono avere problemi per via di un minore accesso alle risorse disponibili;
Questi tre concetti sono collegati tra loro. Se si usano consapevolmente le risorse si fanno trovare alle generazioni future e se c’è un miglioramento delle condizioni di vita delle persone si evita il circuito vizioso dove chi è infelice tende a consumare di più pur di essere felice, ma non basta mai, con un danno anche per l’ambiente.
Quali sono le 4 componenti della sostenibilità?
Per poter raggiungere gli obiettivi delle 3 E è importante avere una cassetta degli attrezzi. Si tratta delle quattro componenti o pilastri della sostenibilità. Il riferimento è a: riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero. Come si applicano all’economia sostenibile?
- La riduzione si applica ai materiali utilizzati e ai rifiuti generati da smaltire al termine della produzione. Non è solo questo. Riduzione vuol dire anche aumentare il ciclo di vita di un prodotto per fare a meno di produrne uno nuovo, con un notevole risparmio. Un’altra scelta ecologica è quella di scegliere un prodotto usato o ricondizionato. In ogni parte del processo produttivo si riesce a ridurre qualcosa;
- Il riutilizzo – direttamente connesso al precedente – riguarda la possibilità di riutilizzare e di dare una seconda vita agli oggetti, anche se all’inizio erano pensati per qualcosa di diverso. Il riutilizzo è entrato nella vita di tutti i giorni con le bottiglie di vetro per l’acqua, le buste della spesa in tessuto o comunque riutilizzabili, ecc.;
- Il riciclo, invece, si basa sulla possibilità di riutilizzare i materiali presenti in un prodotto buttato. Così come la plastica e l’alluminio presenti in alcuni prodotti si possono riciclare, si può fare lo stesso con alcuni metalli rari presenti negli smartphone;
- Infine, c’è il recupero, che si basa sulla possibilità di recuperare i vecchi rifiuti, che magari vagano per il mare o inquinano le falde acquifere. In questo caso, si parla di recupero e non di riciclo per due motivi: l’oggetto altrimenti andrebbe completamente perso e il recupero ha anche il vantaggio di dare un contributo per la salute dell’ambiente;
Come rendere l’economia sostenibile?
Ci sono tantissimi modi. Come utenti, possiamo scegliere i mezzi pubblici, scegliere prodotti ecologici, accertarci che quello che consumiamo arriva da fonti sostenibili, oppure investire su chi genera valore anche per l’ambiente. In questo senso, le normative europee e internazionali aiutano con certificazioni all’altezza.